OMEGNA-22-05-2017- La radiologia esce dell’ospedale a va a casa del paziente. Dopo la presentazione del servizio di Elettrocardiogramma a domicilio arriva la possibilità di eseguire delle radiografie a domicilio, a fronte di situazioni particolari che rendono complesso il trasferimento della persona presso l’ospedale. Tre trolley di uguale misura custodiscono l’impianto, componibile in modo veloce e semplice, per realizzare le radiografie a domicilio. Attraverso un pc il personale tecnico radiologo riesci a vedere il risultato della prestazione e grazie alla connessione wi-fi mandare in tempo reale il referto ai medici ospedalieri, in modo da poter ricevere subito un responso. Trasportati con un furgoncino appositamente dedicato il “tris” tecnologico permette di raggiungere ogni realtà del territorio evitando ai pazienti di doversi recare in ospedale. “Un esempio per tutti è stato l’impiego per Emma Morano, la donna di 117 anni residente a Verbania, mancata circa un mese fa”, come ha ricordato il direttore generale dell’AslVco Giovanni Caruso citando anche i costi dell’impianto che ammonta 85.930 euro a cui si aggiunge il costo del furgone per il trasporto, pari a 8.532 euro. “L’impianto viene usato principalmente per i pazienti fragili. Per effettuarlo ci vuole la richiesta del medico. Non è un servizio sostitutivo ma integrativo; solo per i controlli e mai per le urgenze”- ha spiegato Attilio Guazzoni, direttore della radiologia Vco, ricordando che i risultati sono sempre radiografie di altissimo livello. Una bella soddisfazione per chi, come Marco Grosso, medico dell’ospedale “Molinette” di Torino, da dieci anni cercava di rendere fattibile questa procedura. “Dal 27 settembre 2016 la Regione Piemonte ha scritto che la radiologia a domicilio è una realtà clinica. Questa è una enorme soddisfazione per me. Finalmente possiamo raggiungere le periferie e tutte quelle persone per cui diventava complicato il trasferimento in ospedale per una semplice radiografia che può essere fatta comodamente a casa”. Una bella opportunità anche per l’AslVco che conta 300 persone in assistenza domiciliare e 600 in casa di riposo. L’iniziativa è stata molto apprezzata anche da Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, giunto appositamente da Torino: “Per anni questo servizio è stato fatto per passione, senza ricevere un soldo. Poi la Giunta Regionale ha finanziato la strumentazione, finalmente. Si apre così una rimodulazione dell’offerta sanitaria. Ci si deve adeguare ai cambiamenti. Non tutte le cure possono essere centrate sugli ospedali. Con queste nuove attrezzature si possono dare risposte alla cronicità e concentrarsi sulle fasi acute negli ospedali. Puntare sulla domiciliarità è, secondo me, un senso di civilità”. Al termine dell’incontro all’assessore Saitta è stato consegnato, da parte della direttrice del Ciss di Verbania Chiara Fornara, materiale informativo sul progetto “La cura è di Casa”, finanziato dalla Fondazione Cariplo. Assieme a quello il “biscotto di Emma”, un dolce realizzato dalla cooperativa Banda Biscotti in ricordo della pluricentenaria verbanese golosa di biscotti.