VALSTRONA - 20-04-2023 -- Nel corso di una partecipata cerimonia religiosa, nella serata di mercoledì 18 aprile presso la chiesa parrocchiale di Luzzogno, in Valle Strona suo paese natale, è stata ricordata la ricorrenza del 60° della morte di monsignor Raffaele De Giuli, già parroco di Romentino nel novarese, di Vacciago sul lago d’Orta e, dopo la parentesi come Cappellano militare durante la Grande guerra, di Domodossola dove rimase per oltre un decennio fino al 1936, quando venne nominato Vescovo e assegnato alla Diocesi di Vallo della Lucania in provincia di Salerno e dieci anni dopo trasferito da Papa Pio XII alla Diocesi di Albenga.
Anche dopo la nomina a vescovo mons. Raffaele De Giuli mantenne un forte legame con Domodossola dove risiedeva la famiglia e, in occasione delle sue visite, non mancava di recarsi a Re presso il santuario della Madonna del Sangue e alla natia Luzzogno dove sorge un altro santuario mariano, quello della Colletta.
Nel 1962 l’allora Papa Giovanni XXIII indisse il Concilio Ecumenico Vaticano II e fra i tanti prelati che vi parteciparono vi fu anche mons. Raffaele De Giuli, il quale prese parte a tutte le sedute dall’11 ottobre all’8 dicembre, ma non poté vedere la conclusione di quell’epocale evento, per la sua repentina morte avvenuta nel pomeriggio del giovedì santo il 18 aprile 1963.
Dopo i solenni funerali ad Albenga, la salma di mons. De Giuli venne trasportata a Domodossola e concluso il rito religioso presieduto dal Vicario Generale della Diocesi di Novara mons. Ugo Poletti, tumulata nella tomba di famiglia.
Nel corso della funzione, il parroco di Luzzogno don Graziano Galbiati ha ricordato la figura di mons. De Giuli, il cui ritratto campeggiava sulla balaustra dell’altare accanto al pastorale, alla stola e ad alcuni oggetti sacri che la famiglia ha affidato alla Parrocchia e che sono esposti in una vetrina presso la chiesa dedicata a San Giacomo.
In particolare don Graziano nella sua omelia ha richiamato le lettere pastorali scritte dal Vescovo De Giuli durante la sua permanenza a Vallo della Lucania e ad Albenga, ora raccolte in un volume ed ancor oggi di grande attualità nonostante il tempo trascorso, meritevoli di una rilettura a sessant’anni dalla scomparsa del loro autore.