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Gobetti mostra Fucci

OMEGNA- 21-12-202-- Il fine dell’arte di Nunzio Fucci, docente al liceo Gobetti di Omegna e artista contemporaneo ma di sentimenti antichi, è quello di stupire, sorprendere e immaginare creando ironia. Per realizzare le sue opere l’artista adopera cassette della frutta, assi di legno e altre componenti ritenute scarti, a dimostrazione del fatto che si può creare bellezza dando nuova vita. E a guardare con occhi stupiti queste opere, esposte in mostra al Forum di Omegna a cura dell’Associazione I Lamberti, sono stati anche gli “artisti in erba” del liceo Gobetti, accompagnati dai docenti Franco Bacchetta e Michela Cane, alla presenza della dirigente scolastica Barbara Bienati e di Roberto Ripamonti de “I Lamberti”. Pareva che i presenti non solo ammirassero l’arte di Fucci, ma che la vivessero proprio, perché l’artista ti sa far vedere quello che non sai vedere e ti sa far scoprire che qualcosa è bello, quando magari neppure l’avevi notato. Ma lasciamo ora spazio alle parntrise di poesia dell’artista: “Questa è la mia prima mostra a Omegna, anche se vivo qui già da 12 anni. Queste opere sono nate tutte sul territorio di Omegna, usando del materiale che ho reperito qui sia dalle industrie che gentilmente me l’hanno concesso sia dai mercati dove si vende la frutta. Infatti lavoro molto con le cassette che un tempo hanno contenuto della frutta. È un po’ come la storia di Pinocchio: sono delle cassette che sarebbero state destinate al camino e che invece, per una strana alchimia, sono diventate opere d’arte da appendere al muro, almeno nel caso dei quadri, perché poi ci sono anche dei pezzi realizzati tridimensionalmente. Infatti in questa mostra si spazia dal video, alla pittura, all’illustrazione, alla scultura. Tutto ciò che è esposto è il mio lavoro dal 2006 ai giorni nostri. I temi sono quelli a me cari, e qui c’è un mio bestiario personale. Chi ama gli animali può visitare questa mostra e ne troverà di tutti i tipi e in tutte le colorazioni. Vengo dalla Puglia, da una fattoria, e quello che vedete appeso qui è tutta la mia vita”.

Matteo Albergante

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