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Omegna commissariato polizia

OMEGNA- 18-10-2017- Anche “Omegna Bene Comune” , il gruppo politico che alle recenti amministrative aveva sostenuto la candidatura a Sindaco di Maria Gabriella Strino, interviene sulla questione legata allo spostamento del commissariato di polizia e affida ad un comunicato il proprio pensiero. “Si discute- questo il testo del comunicato- in questi giorni quale dovrebbe essere la corretta ubicazione del Commissariato di Pubblica Sicurezza, o meglio, di dove la Polizia debba, senza sentire ragioni, senza alcun dubbio e in sfregio ad ogni residuo barlume di buonsenso, essere necessariamente collocata. La cosa lascia esterrefatti, ma sgombriamo subito il campo da facili allusioni che incominciano già a serpeggiare nell’aria: non siamo contro il mantenimento della Polizia a Omegna, questo fatto per noi non è nemmeno in discussione. La nostra città è il capoluogo cusiano, nella sola area di Omegna, Casale Corte Cerro, Gravellona e Valstrona convergono circa trentamila abitanti sui quarantamila totali del Cusio. Il nostro territorio necessita un presidio della Polizia di Stato, non è accettabile che di fronte alla contrarietà emersa da più parti in città nei riguaridi dell’ubicazione individuata all’ex Giudice di Pace la risposta arrivi su binari ricattatori: “o lì o niente”. Omegna è già stata umiliata una volta dall’AslVCO, coperta dall’indifferenza colpevole e complice delle Istituzioni superiori, con la perdita del pronto soccorso notturno per potersi meritare un uteriore e gravissimo schiaffo istituzionale come la perdita del Commissariato di PS. Esigiamo più rispetto per la nostra storia e per la nostra dignità. Nessuno avrebbe mai osato provare ad immaginare un atto di rappresaglia istituzionale simile in realtà come Domodossola o Verbania, giustamente, perché noi dovremmo essere trattati, ancora una volta, diversamente? Commissariato sì e dove lo vogliono i cittadini. E’ evidente, in questo senso, che qualsiasi scelta sia in realtà di natura politica e istituzionale (o spiegabile con la mancanza colpevole di entrambe), non meramente tecnica! Si possono certamente sentire anche Prefetto e Questore, come pare abbia suggerito il Consiglio Comunale, ma non ci si può appellare a loro come arbitri della questione essendone essi stessi parte in causa. Facendo un passo indietro, le passate amministrazioni, Buzio prima e Quaretta poi, pur di colore diverso, avevano ipotizzato, relativamente all’attuale sede dell’ex giudice di pace, in caso di imminente dismissione da parte del Ministero competente, la collocazione in loco di servizi demografici, archivi ed eventualmente altri uffici. L’Ufficio Tecnico comunale aveva già impostato in linea di massima un progetto, pronto a definirlo alla prima occasione. La soluzione di collocare lì la sede di PS è stata invece una scelta recente del sindaco Mellano e della sua maggioranza, pochi mesi prima di fine mandato, scelta mai discussa seriamente con la popolazione e dal Consiglio Comunale, subito contestata dal nostro Comitato come molte altre scelte fatte nell’area ex Pietra. Inserire infatti la sede della Pubblica Sicurezza all’ interno di un polo scolastico - culturale (quattro scuole superiori, la biblioteca, il Parco della Fantasia con Ludoteca e il Forum) è un non senso evidente. Una caserma di PS deve rispondere a precisi requisiti di legge, si presenterebbe come un fortilizio all’interno di un’area in cui le attività didattiche, culturali e ludiche vengono espletate giornalmente. Qualcuno ha mai pensato di mettere una fortino all’interno di un parco giochi? Il risultato stridente sarebbe analogo. Non solo, rappresenterebbe un danno evidente al turismo scolastico che necessita di parcheggi e un pericolo per l’incolumità di studenti, bambini e famiglie che dovrebbero convivere con lo “sfrecciare” di automobili come le volanti che, per esigenze di servizio, devono essere pronte a intervenire con grande rapidità. Non ci capacitiamo di come l’attuale amministrazione Marchioni che pure nelle proprie intenzioni iniziali era contraria a questa scelta, ora sembri capitolare davanti al fatto che non meglio precisati “tempi tecnici” non consentirebbero di cambiare idea, anche se l’entità della spesa, a carico del Comune, per la realizzazione dell’opera sia in continuo in aumento ogni volta che si svolge il confronto tecnico col Ministero competente e con la Questura. L’Amministrazione comunale abbia dunque la forza di non smarrire, così in fretta, se stessa e difenda gli interessi della città. Insieme ai rappresentanti politici di zona e dell’amministrazione Regionale, convinca gli organi dello Stato, Prefetto, Questore a rivedere la questione evitando scelte affrettate a danno della comunità. 

 

 

 

 

 

 

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