1

memoria gravellona gente diapositiva

GRAVELLONA TOCE- 08-10-2017- Si è svolto venerdì scorso presso il salone della biblioteca civica F. Camona di corso Roma il terzo appuntamento serale di “Ottobre culturale gravellonese” “Accendiamo la memoria”. La serata è stata promossa dall’associazione archeologica culturale “Felice Pattaroni”, in collaborazione con Fabio Valeggia, amante della bicicletta, del trekking, appassionato di storia e cultura locale. “Il progetto “Accendiamo la memoria” -ha fatto presente al pubblico Valeggia- è un archivio iconografico e multimediale storico, che raccoglie vecchie fotografie di luoghi, scorci suggestivi, paesi ma, anche, di iniziative e manifestazioni pubbliche e di culto. E’ un progetto aperto a chi vuole condividere il proprio archivio fotografico, video personali, familiari, di associazioni, aziende e gruppi. L’archivio iconografico e multimediale del Cusio, medio Novarese e del Vergante -ha aggiunto il relatore-, consta ad oggi di oltre 20 immagini”. Le immagine proiettate, alcune delle quali uniche, hanno svelato al pubblico la conoscenza di personaggi e luoghi di lavoro che, tra l’800 e il ‘900 si sono resi protagonisti e scritto pagine importanti di storia locale. Suggestive le due immagini scattate nel primo decennio del ‘900, in occasione di un raduno d’auto nella piazzetta di Orta e l’altra quando le donne di Omegna, lavavano i panni sul lago all’imbocco del Nigoglia. “Tra le migliaia fotografie dell’archivio iconografico storico -ha fato presente Valeggia-, vi sono immagini di processioni che si svolgevano negli anni ’50 in barca sul lago d’Orta, dei boscaioli di Nonio emigrati in Francia e una foto scattata nel 1905, in cima al Mottarone dell’albergo Guglielmina che, poi andò in fiamme negli anni ‘40”. Valeggia ha svelato al pubblico, la storia di un grande personaggio e inventore, di origine cusiana e la storia della fabbrica di giocattoli in latta di Ettore Cardini ad Omegna. Decisamente interessante la storia dimenticata sull’inventore e scienziato Manzetti, nato ad Aosta nel 1926, suo padre era di Invorio che, mori a soli 51anni e la sua prematura scomparsa, non li permise di difendere la sua più grande invenzione: il telefono. “Una lapide posta ad Invorio nel 1894 -ha commentato Valeggia-, ricorda la figura di Manzetti con la citazione: “Meccanico insigne primo divinò il telefono onde altri ebbero fama e onori”. “Manzetti non inventò solo il telefono -ha raccontato Valeggia- ma anche la vettura stradale a vapore, brevettò la macchina della pasta e progetto e realizzò un automa: un robot elettrico e idraulico. Partecipa nel 1851 alla prima esposizione universale di Londra, grazie ad una colletta di cittadini e del Comune di Aosta,  dove li conosce altri personaggi e inventori”. Dopo aver fatto molti esperimenti nel 1855 presenta ufficialmente la sua invenzione, diventando famoso nel modo, viene contattato da Meucci che vuole conoscere la sua invenzione. “Ad Aosta pare si sia recato anche un emissario dell’americano Bell ma -chiosa il relatore-, non vi sono però riscontri ufficiali”. Ma, fu il governo italiano Matteucci, a intimare allo scienziato, di sospendere gli esperimenti in quanto è socialmente pericoloso per lo stato e porre fine alla scoperta di Manzetti.

 

G.P.C.

 

 

20171006_210905.jpg20171006_211000.jpg20171006_205505.jpg20171006_205546.jpg

 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.