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GRAVELLONA TOCE- 20-07-2017- Sono sempre più le persone che decidono di intraprendere a piedi il cammino che porta a raggiungere la basilica del santuario di Santiago de Compostela.  Uomini, donne e giovani gravellonesi, per motivi religiosi e diversi tra loro, hanno già percorso a piedi il cammino dei pellegrini e raggiunto il santuario di Santiago de Compostela. L’ultima tocense ad averla fatta, è Nicoletta Ottoni sposata e mamma di tre figli, due adulti e una adolescente, è tornata da pochi giorni a Gravellona Toce, dopo 30 giorni, 25 di cammino e 690 km percorsi, da Pamplona , fino a Santiago de Compostela, (completo tragitto in Spagna).  Nicoletta, ha voluto raccontare la sua avventura e, soprattutto, i motivi che l’ha spinta a realizzarla. Ha confidato di aver intrapreso il cammino di Santiago de Compostela, solo per motivi spirituali e mettere alla prova la sua fede. “Nei primi giorni di inizio di cammino riuscivo a percorrere circa 18-20 km al giorno, ma poi con il passare dei giorni -riferisce Nicoletta-, quando il percorso non presentava pendenze e dislivelli importanti riuscivo anche a camminare 25-30 chilometri in 8 ore. Ci sono stati, come mi aspettavo, alcuni momenti di difficoltà dovuti alla stanchezza, al peso dello zaino e mal di piedi a causa della scarpe un po’ strette. Ma ho mai avuto rimpianti di sorta, perché camminare insieme a moltissimi altri pellegrini di molte nazioni del mondo (americani, giapponesi, per raggiungere la cattedrale di Santiago de Compostela, ti da una forza interiore e spirituale che ti porta a superare tutte e difficoltà che incontri durante il cammino. Durante tutto il percorso -ricorda Nicoletta- incontri un “mondo di persone” che ti infonde energia e provare forti e belle emozioni”. E’ da una ventina d’anni, ha confidato la mamma tocense, che voleva andare a piedi, come pellegrina, a Santiago de Compostela, nella cattedrale dove riposano le spoglie di San Giacomo. “Mi sono decisa a intraprendere il cammino di Santiago de Compostela -dice Nicoletta Ottoni- solo ora perchè i figli sono cresciuti e insieme a mio marito  sono in grado di gestirsi durante la mia assenza”. Una volta raggiunta la meta,  presa dall’emozione di essere riuscita a compiere il cammino, Nicoletta ha raccontato di aver impiegato due giorni prima di entrare nella cattedrale, vistare la tomba di San Giacomo e confessarsi. “Dopo essere tornata da Santiago, come mi ero ripromessa, sono andata a trovare la mia mamma a Torino, per consegnarle la “Compostela”, il documento che certifica di aver fatto il cammino da pellegrina, in quanto è una donna molto religiosa ma, non più in grado di compiere un simile cammino”.  (G.P.C.)

 

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