OMEGNA-01-07-2017- La sconfitta del candidato di centro-sinistra Maurizio Frisone ha scatenato la sinistra omegnese. Tre militanti della sinistra cittadina, Alessandro Buzio, Alyosha Matella e Matteo Giorgetti, hanno voluto esprimere le loro riflessioni mediante un comunicato stampa. Partono con una critica alla destra, definita “involuta” ma che comunque “ha avuto l’astuzia di presentarsi unita e cercare fuori dalla comunità un candidato sindaco credibile e serio”. Viene puntato il dito contro l’uscente amministrazione Mellano che ha agito contro le aspettative dell’elettorato ed è stato quindi questo il problema che ha portato, secondo i tre firmatari, alla sconfitta nelle recenti elezioni: la destra non ha “sfondato”, semplicemente il centro-sinistra è stato fiacco e frammentato; non si può giustificare il risultato con il “trend nazionale”, dicono, né dalla mancata comunicazione di cui si è parlato molto a ballottaggi conclusi: “c’è stata arroganza nei confronti di chi si è opposto a scelte in quanto a sanità, progetto emblematico e opere pubbliche”. Arriva quindi l’accusa di superbia oltremisura al Partito Democratico omegnese che ha portato ad un minimo storico per la città di tradizione democratica, perdendo quasi mille voti in pochi anni grazie al fallimento del “riformismo dell’ascolto”, come l’hanno definito i tre firmatari, che non ha riformato né ascoltato. La sconfitta delle liste civiche d’ispirazione democratica, poi, è “chiaro indice di un necessario rinnovamento del campo progressista che deve aprirsi ed essere credibile: bisogna saper ascoltare davvero i cittadini”. Non sono mancate critiche al segretario cittadino del partito Alessandro Rondinelli: “prima parla di una buona tenuta e poi, a pochi giorni dal ballottaggio, rivendica con orgoglio la rottura operata dal PD al suo interno e con i suoi alleati. Sarebbe sensato e urgente procedere con lo sradicamento dell'albero e la bonifica del terreno”. Il bene della comunità e l’unità del centro-sinistra devono avere la priorità sugli interessi particolari; in questo senso additano Rondinelli per aver lasciato da solo Maurizio Frisone, la cui tenacia, secondo Buzio, Matella e Giorgetti, non è bastata a fermare l’avanzata del centro-destra con il candidato Paolo Marchioni.