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foto intro premio omegna

OMEGNA - 29-05-2017 - Forum pieno di spettatori per la

trentacinquesima edizione del premio letterario “Della Resistenza” città di Omegna, svoltosi lo scorso sabato 27 maggio alle  18.  A introdurre alla serata è stato l’assessore alla Cultura Alessandro Buzio che ha voluto ringraziare in particolare la giuria di giovani delle scuole che nelle ore extra curricolari hanno deciso la vincitrice della sezione “Premio Omegna giovani” i tanti presenti e ha voluto spiegare il perché del cambiamento di data della premiazione, che qualche sparuto malumore aveva sollevato. Le motivazioni principali sono tre: la sovrapposizione nel periodo ottobre-novembre del premio con il festival Rodari, una consuetudine dei premi letterari a svolgere le premiazioni nei periodi primaverili e soprattutto la scelta del 27 maggio, giornata dell’ antifascismo, come modo per riattivare i circuiti della memoria  al fine di non dimenticare. Dopo i saluti del sindaco Mellano, la premiazione è entrata nel vivo con le parole del presidente della giuria, Oreste Pivetta, che ha introdotto l’opera vincitrice del premio ad Alberto Melloni per aver curato la direzione di tutte le opere di Don Lorenzo Milani edito da Meridiani Mondadori, e a questo proposito l’iniziativa e l’importante figura, celebrata anche dal premio, ha creato l’opportunità, annunciata dal sindaco Mellano, di aver ricevuto l’invito ufficiale dal ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, ad una iniziativa nazionale che si terrà a giugno sulla figura di don Milani. Il curatore, Alberto Melloni, ringraziando per il premio ricevuto ha tracciato la figura di don Milani come una forte ricerca dell’assoluto a cui non trova risposta e come sia assolutamente riduttivo estrapolare qualche frase divenuta famosa senza comprenderne la personalità. I giovani, invece, si sono confrontati con l’opera “La prima verità” dell’autrice Simona Vinci ed edito da Einaudi, che racconta la storia di una giovane alla ricerca di un misterioso passato che la porterà nell’Isola Greca di Leros dove era presente il manicomio-lager molto ben documentato dalla fotografa Antonella Pizzamiglio nel 1989. Secondo l’autrice è stato interessante notare come i ragazzi abbiano riconosciuto un valore di Resistenza al tema dell’emarginazione e della ghettizzazione, accettando di raccontare verità scomode prima che finiscano nel dimenticatoio.

Samuel Piana

 

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