MADONNA DEL SASSO- 24-04-2017- Lavorano con la comunità e per la comunità anche se i loro destini come le loro origini sono diverse. Sono i richiedenti asilo ospitati a Boleto, una della quattro frazioni che compongono il comune di Madonna del Sasso. Immersa nel verde con una vista sul lago su cui domina l’omonimo santuario, meta di visitatori e ambita “location” di matrimoni, Boleto da settembre 2016 ospita 46 giovani in età compresa tra i 17 e i 30 anni nello stabile che per anni fu di un ordine di suore che gestirono sino alla metà degli anni 80 la scuola dell’Infanzia. “Era chiuso da ormai cinque anni –racconta il sindaco Ezio Barbetta che avrebbe voluto acquistarlo. Il costo non era eccessivo e si poteva comprare per convertirlo in alloggi comunali o comunque a fini sociali”. Invece poi è stata la cooperativa Azzurra nel 2015, come ha spiegato Valentino Zullo, responsabile della struttura oltre che delle sedi di Omegna (ex Vittoria e via De Angeli) e Villadossola, a fare l’acquisto. Quarantaquattro sono gli ospiti attuali ma sono attesi altri due. “Se ne contano 46 ma due sono andati via perché hanno trovato un lavoro”- precisa Zullo. Gli ospiti non restano chiusi in casa tutto il giorno senza nulla da fare. Quattro di loro, in quanto iscritti all’albo civico dei volontari, aiutano per la manutenzione delle strade e per la verniciatura delle barriere; grazie ad una convenzione bonaria fatta con le due provincie -che si impegnano a fornire la vernice apposita- dipingono le ormai sbiadite barriere. C’è chi sta nella cucina della struttura, in veste di tirocinante, per i pasti da somministrare a tutti e sempre un tirocinante è impegnato presso un agriturismo locale. I contratti di tirocinio e di lavoro vengono fatti sulla base dei permessi di soggiorno delle persone. C’è poi chi è volontario presso il Soccorso Sud Ovest e chi si dedica a coltivare gli orti, grazie alla disponibilità di un pensionato contadino che risiede nella frazione Artò; Carlo Gamba. “Gli ho insegnato a coltivare un piccolo orticello in una zona dove un tempo vi era la pastorizia- spiega il 75enne Gamba, nominato “tutor” di cinque migranti. Non ci sarà un grande raccolto perché il terreno è incolto da anni, ma qualche cosa riusciremo ad avere”. Restando in ambito agricolo, tra gli obiettivi c’è la partecipazione al mercato a chilometri zero a Omegna. Per ora è stato fatto solo nell’area dove sorge il Santuario, a Boleto, alla domenica. Nel complesso il 30% dei migranti è impegnato con attività che possono valorizzare la loro presenza in paese e il loro percorso di integrazione. Alcuni frequentano la scuola dell’obbligo con corsi ad hoc per il conseguimento della terza media. Simona Cocco, residente a Boleto e laureanda in lingue, si è offerta per insegnare italiano ai ragazzi. “Sono interessati e partecipi” – ha detto, contenta di questa sua esperienza che svolge una volta alla settimana. Il fratello di Simona, Andrea e il vicino di casa, Stefano Carlucci, hanno invece dato vita ad un corso di percussioni. Andrea è laureato al Conservatorio di Como in percussioni con il massimo dei voti e Stefano è un appassionato che suona da sempre. Le loro passioni sono anche quelle di alcuni migranti che in 9 hanno formato un piccolo gruppo, uscito anche da Boleto per qualche concerto. “Con l’arrivo dell’estate avremo modo di ascoltarli in paese in occasioni di eventi- ha aggiunto il sindaco. D’inverno le vie sono deserte, non si incontra anima viva. Fa piacere vedere che invece adesso uscendo si può incontrare un po’ di movimento”. Chi va a scuola e chi lavora prende la residenza nel comune in cui si trova. Un incentivo per aumentare la popolazione? . “Il nostro comune è piccolo ma vi sono tante giovani famiglie. Abbiamo uno scuolabus carico di bambini- ha detto Barbetta- e molti di loro sono figli di migranti che abitano ormai qui da anni”. Rispetto alla città Boleto e tutto il comune di Madonna del Sasso è un ambiente tranquillo che forse non risponde alle esigenze dei giovani più attratti dai grandi centri. “Eppure chi abita qui non ha interesse ad andare via- ha precisato Zullo ricordando che qualcuno storceva il naso, ad esempio, all’idea di andare via da Omegna. Perché stanno tranquilli e stanno bene con la popolazione. E non gli manca nulla. In base alle loro capacità li inseriamo in ambiti lavorativi. Il giardino interno della struttura è stato sistemato da alcuni che secondo me facevano i giardinieri. Basta guardare come hanno potato la pianta centrale e sistemato le aiuole”. Suleyman, un ragazzone che scherzosamente è stato battezzato “vice sindaco”, è un esempio di chi vive il paese completamente. “Parla italiano ed è un trait d’union con la comunità italiana”- ha detto il sindaco. Qui in paese lo conoscono tutti”. (l.p.)