GRAVELLONA TOCE, 23-04-2017-Mattia Varchetti e Davide Terraneo che praticano la disciplina dello sci ripido, sono stati gli ospiti della serata svoltasi presso l’ex salone del cinema parrocchiale lo scorso venerdì 21 aprile, organizzata dalla sezione Cai di Gravellona Toce. I due atleti da una decina di anni praticano la disciplina dello sci ripido su ghiacciai, canaloni e grandi vette alpine. Con la proiezione di slide e video, hanno raccontato le loro numerose perfomance di questo sport difficile ed anche un po’ estremo. Negli anni hanno scalato e sciato nelle più alte vette, dal Gran Juras del monte Bianco alla parete a nord del monte Disgrazia. “Ci siamo conosciuti in un parcheggio di un outlet -ha sottolineato Varchetti- da quel momento abbiamo iniziato a fare coppia nel discendere le alte vette delle alpi con gli sci”. Entrambi gli sciatori, nel raccontare le numerose discese ripide effettuate, hanno voluto sottolineare quanto sia importante, nel compiere queste iniziative, avere grande sintonia con il compagno. “All’inizio -ha spiegato Terraneo- eravamo sempre alla ricerca della massima pendenza e delle vette più alte e ripide. Il nostro principale obiettivo- come diceva Matteo- rimane quello di andare in montagna. Negli anni il movimento dello sci ripido è molto cresciuto ma occorre anche aggiungere che questa disciplina va affrontata con molta cautela e un’attenzione appropriata. Purtroppo va detto –ha aggiunto Davide- che sono ancora tanti coloro che affrontano queste discese con molta sufficienza”. Insieme e in compagnia di altri amici appassionati delle discese rapide, i due hanno sciato in quasi tutte le più alte vette dell’arco alpino del territorio italiano, francese e del Vallese. “Prima di scalare una vetta e poi scendere con gli sci su una parete, un ghiacciaio o nei canaloni con pendenze tra i 45/50 gradi -hanno commentato Varchetti e Terraneo- oltre alla tecnica è fondamentale avere la conoscenza delle condizioni metereologiche e della montagna. Sono state molte le volte -ha aggiunto Matteo- che abbiamo dovuto rinunciare a sciare per non mettere a repentaglio la nostra sicurezza e dei nostri compagni”. (G.P.C.)