OMEGNA- 20.03.2017- Perché tatuarsi? Anche se fa male vale davvero la pena?
Quante volte queste domande sono state poste a Barbara Fincato, autrice di “B.i.a”, la biografia incisa addosso, ed alle protagoniste del suo volume. Non è solo un vezzo il tatuaggio: è una decorazione che resta indelebile sulla pelle e deriva da un preciso stato d’animo oppure da una precisa motivazione riconducibile ad un modo di essere. Questo è ciò che pensa l’autrice e le 21 donne che lei ha intervistato e di cui ha parlato, in occasione della seconda presentazione di “B.i.a”, sabato 18 marzo, presso la libreria Ubik di via Manzoni. Fincato utilizzando la tecnica dell’intervista semi- strutturata che prevede una traccia con domande aperte, ha steso il suo “canovaccio” per raccogliere materiale per il lavoro finale. Non è stato semplice, ha richiesto tempo e risorse all’autrice che nella vita svolge l’attività di educatore professionale, presso l’AslVco. Una professione che però ha giocato a suo favore, in questo caso: Barbara possiede capacità di ascolto e analisi, proprio in virtù dell’attività professionale. E’ stato faticoso trovare le donne con le caratteristiche da lei ricercate. Ed è stata una bella sfida lavorare con un gruppo di sole donne. “Ma io ci tenevo fosse così”- ha aggiunto sicura. Il “campione” analizzato arriva dal Vco, Novarese e un paio dal Vercellese. “Non avrei potuto spingermi più in là, per motivi di tempo”- ha spiegato. L’argomento trattato non è comunque destinato a restare chiuso nel suo libro. “Mi piacerebbe intervistare donne, ma anche uomini, che hanno usato un tatuaggio per ricoprire una cicatrice importante sul proprio corpo- ha detto, svelando i suoi progetti futuri. E poi mi piacerebbe anche realizzare un’edizione di B.i.a. al maschile”. Qui la video intervista. (l.p.)