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GRAVELLONA TOCE-22.09.2016- Non cambierà solo il nome

l’Associazione sportiva Asd San Pietro. Oltre ad aggiungere il nome del comune dove ha sede da sempre, lavorerà al massimo per fare sì che sui campi di calcio crescano uomini consapevoli, sicuri di sé, corretti e rispettosi di tutti. Una bella sfida quella dell’Asd Gravellona San Pietro- questo il nuovo nome-  che si è presentata assieme all’Amministrazione comunale ieri pomeriggio, mercoledì 21, nella Sala Consigliare del Municipio. Il sindaco Giovanni Morandi ha rinnovato il sostegno dato all’iniziativa svolta da questa realtà cittadina, nata nel 2009, composta da un team di persone adulte volenterose e appassionate come ha sottolineato Dino Guarducci, da pochi mesi al vertice del gruppo. Dodici le squadre presenti nell’associazione che si avvale della competenza tecnica di Giancarlo Sacchetto per il settore giovanile e di Michele Fioramonti, per juniores e prima squadra. Oltre a insegnare il gioco del calcio gli allenatori, come il resto del folto gruppo di lavoro, punta molto alla formazione di coloro che decidono di svolgere questo sport senza dimenticare l’aspetto educativo e formativo. “Il massimo obiettivo consiste nel far crescere i ragazzi, non solo al punto di vista calcistico- ha precisato Sacchetto. Non è semplice e vorrei che questo passaggio fosse chiaro a tutti. Riuscire a recuperare i ragazzi di Gravellona e portarli da noi è già un risultato. E poi una serie di aspetti organizzativi che richiedono tempo. Dal taglio dell’erba nei campi agli aspetti burocratici l’elenco degli impegni non è poca cosa e chi è coinvolto lo sa molto bene. Inoltre vi sono le famiglie che hanno un ruolo non indifferente sull’educazione dei ragazzi e con le quali relazionarsi non è sempre semplice”. Quindi per meglio affrontare la situazione l’Asd Gravellona San Pietro potrà contare sull’aiuto fornito da tre professioniste: una psicologa, una pedagogista e una psicomotricista. Saranno loro a fornire degli strumenti validi per sostenere i più piccoli nelle fasi di crescita psicofisica ma anche i più grandi, lavorando sulla consapevolezza delle emozioni e poi con le famiglie “risorse fondamentali anche se a volte problematiche” - come ha precisato la pedagogista Raffaella Gatti, presente all’incontro, che assieme alle colleghe ha pensato di creare appositi spazi per lavorare insieme ai genitori. “Cercheremo di capire quali strategie usare e offriremo strumenti per dialogare insieme- ha aggiunto. E  per un maggior confronto un domani ci piacerebbe aprire questi incontri anche alle famiglie che non sono coinvolte nel gioco del calcio”.

 

 

 

 

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