OMEGNA – 17.06.2016 – A sette anni di distanza

il “caso” della gara d’appalto per la videosorveglianza di Omegna potrebbe chiudersi. L’8 luglio il giudice Rosa Maria Fornelli emetterà la sentenza nei confronti del consulente e dei tecnici che lavorarono per il Comune a quell’appalto e che sono a giudizio per turbativa d’asta. Secondo la Procura di Verbania, che tramite il pm Guido Dell’Agnola ne chiede la condanna a un anno e 500 euro di multa ciascuno, Vittorio Formenti (il consulente del progetto), Felice Brivio (il titolare della ditta che vinse l’appalto) e il figlio Marco Brivio (socio della ditta e ex direttore, prima di Formenti, della ditta svizzera che fece la consulenza) si sarebbero messi d’accordo per aggiustare l’esito di quella procedura pubblica, discutendo dei ribassi da proporre e influenzando la nomina della commissione.

Nonostante il reato s’avvii verso la prescrizione i loro avvocati, Fausto Maniaci e Massimo Bordon, insistono per l’assoluzione perché non ci fu alcun accordo, l’appalto non venne sovrastimato e non vi fu danno per il Comune – anzi, la ditta vincitrice ci rimise poi fornendo servizi aggiuntivi per compensare il clamore di quella notizia e l’appalto s’è chiuso con soddisfazione del Comune. Comune che ha ritirato la costituzione di parte civile a fronte di un risarcimento simbolico di parte delle spese legali sostenute in questi anni in giudizio.

L’inchiesta nacque dalla segnalazione di un anonimo al consigliere di minoranza Mauro Empolesi, che presentò un’interpellanza sulla gara. Il sindaco di allora, Antonio Quaretta, alla luce di quanto era stato detto, sporse in prima persona denuncia chiedendo alla magistratura di verificare. Al termine delle indagini, archiviate le posizioni dell’assessore alla Sicurezza e del tecnico comunale incaricato della pratica, si andò al rinvio a giudizio per i tecnici. Il processo ha avuto un lungo iter e, causa una ricusazione, è dovuto ripartire da capo. Ora avrà una sentenza.