GRAVELLONA T. – 05.04.2016 – La sentenza è stata dura
e, per l’imputato, inaspettata. Sette anni e 8 mesi di reclusione con la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e un risarcimento alla vittima 20.000 euro è quanto il tribunale ha stabilito per un 43enne di Gravellona Toce accusato di violenza sessuale, stalking e lesioni nei confronti di una ragazza di 36 anni che vive nella stessa città. La vicenda verte sull’intreccio amoroso che nasce negli anni passati tra i due nonostante lei sia sposata (oggi è separata e vive con i figli, lui è celibe), che si interrompe ma che poi riprende vigore. Ciò che accade tra i due dall’autunno del 2012 in poi è stato oggetto di lungo dibattito durante il processo che s’è concluso quest’oggi. L’accusa, sostenuta dal pm Gianluca Periani, ha sostenuto la tesi dell’ossessione dell’uomo verso la donna, tramutata in ripetute telefonate, messaggi e in tre rapporti sessuali consumati nel maggio 2013 sul luogo di lavoro di lei (due) e a casa di una parente. La difesa, affidata all’avvocato Gabriele Pipicelli, ha puntato sulla consensualità del rapporto (i messaggi sms e whatsapp partono anche dallo smartphone di lei), che era travagliato e che ha preso quella piega perché la relazione non si era evoluta come la donna sperava.
In fase di replica oggi Pipicelli ha chiesto al collegio giudicante (presidente Luigi Montefusco, giudici Rosa Maria Fornelli e Raffaella Zappatini) di rivalutare le testimonianze rese da alcune amiche della vittima, che avrebbero visto prima di testimoniare – mostrati da un carabiniere – i verbali resi a suo tempo di fronte agli inquirenti. Il collegio s’è ritirato e dopo una lunga camera di consiglio s’è espresso per la condanna e per il risarcimento alla parte civile, costituita con l’avvocato Marco Marchioni.