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VALSTRONA - 3-10-2023 -- Guerino Piana: 90 anni, artigiano da sempre, sicuramente da quando ha memoria di sé. Era bambino che gli misero in mano un pezzo di legno; era ragazzo che già sapeva tutto il necessario e più per continuare le tradizionali lavorazioni della Valle Strona; era un giovane uomo quando esportò la sua sapienza in Germania; ed aveva messo su famiglia che decise di mettersi in proprio, dando un seguito molto concreto a tutto quello che negli anni aveva appreso e imparato a immaginare. E così è stato sino a qualche anno fa: un laboratorio in Valle per creare ogni sorta di utensili, giochi, Pinocchi, piccoli oggetti d'arredo e poi via per fiere in mezza Italia, a vendere quanto creato col lavoro. Guerino - che tutti conoscono come Barba Guèra - e il suo "capo", Caterina, la moglie, che ha diviso con lui la vita e le incombenze della ditta. Assieme ancora oggi, che il tempo ha presentato il conto, gli acciacchi si fanno sentire e le giornate scorrono lente e ingombre di ricordi. È per qualche acciacco di troppo e la voglia di saperli in buone mani che il Barba, a 90 anni suonati ha pensato che sia giunto il momento di dare una destinazione ai suoi ricordi. Sì, perchè Guerino Piana i ricordi li ha collezionati, sino a mettere assieme un museo nella sua casa di Forno di Valle Strona. "Un salto nel passato" si chiama, è aperto tutti senza pagare il biglietto ed è uno scrigno di piccoli tesori messi assieme nei decenni. Un po' museo etnografico, un po' museo della Resistenza, un po' museo della Valle Strona, considerando che la gran parte dei reperti custoditi hanno a che fare con la storia della Valle dei falegnami. E così, accanto agli utensili che Guerino ancora realizza; spuntano i pezzi di storia, come il tornio ad acqua del XVI secolo che ancora gira; e poi gli attrezzi e le vecchie immagini delle donne in costume Walser e del borgo com'era; ecco ancora la cucina, le stufe, i vecchi abiti appesi e infine gli angoli dedicati alla Resistenza, dove tra scarponi, immagini, bombe a mano e fucili, elmetti e divise, troneggia un grosso mitragliatore. Nessun timore, tutte le armi sono regolarmente disattivate. Guerino Piana racconta che quel mitra era appartenuto al comandante partigiano Filippo Maria Beltrami, che pare l'avesse usato anche a Megolo, nell'ultima sua battaglia. Sono i cimeli della Resistenza quelli ai quali il Piana tiene di più, ne ha avuto cura per decenni, li ha fatti conoscere a centinaia di scolari e turisti di passaggio. Nel primissimo dopoguerra era ancora un ragazzino, gli alpeggi ancora bruciavano e lui, scavando tra le pietre nere di fumo aveva cominciato a mettere su il suo patrimonio di memorie. Il mitra invece, un "Bren" lo aveva ricevuto in dono da un abitante di Megolo nel 1975 che lo aveva trovato all'Alpe del Cortavolo nei giorni successivi alla battaglia e lo aveva lasciato in custodia alla terra, seppellendolo. É in particolare a questi oggetti che il Barba vorrebbe assicurare un domani, vorrebbe affidarli in blocco a qualcuno che sappia custodirli e tramandarli al futuro per il rispetto dovuto ai "patrioti". "Ma non li darò via gratuitamente - precisa - mi sono costati troppa fatica".
Antonella Durazzo

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